… adesso hai 18 anni, ti piace leggere, scrivere tuoi racconti e… l’odore della carta.
“La luna spuntò improvvisamente da dietro una nuvola, e ci consentì di vedere, con la chiarezza con cui ora vedo il foglio che ho davanti, la figura di una donna alta e magra, a capo scoperto, con lunghi capelli che si muovevano attorno alle spalle”
Il libro è Fiabe Irlandesi, di William Butler Yeats:
Il “piccolo popolo” dei folletti, esseri alti una spanna che fanno burle e dispetti e possono rapire bambini dalla culla sostituendoli con i loro rampolli grinzosi come vecchi decrepiti; i leprecani, gnomi calzolai che fabbricano le scarpe per le danze delle fate; le sirene che escono dal mare per pettinarsi e allora si possono catturare, basta rubar loro il cappello rosso a tre punte; i giganti dalla barba di pietra che si salda alla roccia delle scogliere; i cadaveri insepolti che s’aggrappano alle spalle dei vivi e si fanno trasportare fino a che non gli si scava un tomba… Il folklore irlandese è gremito d’una folla di presenze soprannaturali che discendono in linea diretta dall’antico paganesimo celtico e che si mescolano coi diavoli e coi santi delle leggende cristiane in una continuità fantastica atemporale, radicata ai prati e alle pietre della verde isola indomabile. (…) Italo Calvino, da qui
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